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La fotografia fra le due guerre
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Oltre oceano, precisamente in Giappone, anche per l’alleanza militare con la Germania, sfruttando la consulenza dei tecnici tedeschi Leica, nascono alcune aziende destinate a mettere una impronta importantissima nella storia della fotografia moderna: nel 1917 nasce la Nippon Kogaku K.K. (che sarà anche punto di riferimento per altre aziende come costruttore di obiettivi), nel 1918 la Olympus e nel 1919 la Pentax.  

In Italia è rilevante la Film (1920), che dapprima fu produttore di pellicole e poi col marchio Ferrania anche produttore di apparecchi fotografici.

Sempre in Italia la Bencini, fondata da Antonio Bencini, un tecnico aereonautico italiano della Grande Guerra, fece pratica con le macchine fotografiche francesi durante il conflitto e nel 1920 fondò la società F.I.A.M.M.A. per la produzione di fotocamere di livello professionale in legno. Nel 1933 cominciò a produrre fotocamere economiche in metallo per la produzione di massa, fra cui la famosa Argo degli anni Trenta, macchina a soffietto per il formato 6×9 cm su pellicola 120, con messa a fuoco fissa, tempi 1/30s e diaframma f/11.

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Bencini Argo

Macchina fotografica in metallo (1933) 

Dopo la Prima Guerra Mondiale avvengono salti qualitativi importanti, trasformando anche il modo di fare le foto, fino ad allora quasi sempre effettuata col supporto del treppiede.

Infatti, con la migliore sensibilità delle pellicole, con una maggiore luminosità degli obiettivi (ora anche addirittura f/1.5) nasce la foto istantanea, utilizzata nel fotogiornalismo da firme del calibro di Henri Cartier-Bresson, David Szymin, Endré Friedmann (Robert Capa), Erich Salomon, Martin Munkacsi (fra l’altro uno dei primi fotografi di moda), e molti altri.

Henri Cartier-Bresson (1908-2004) francese, è stato senz'altro uno dei maggiori pionieri del foto-giornalismo, tanto da meritare l'appellativo di "occhio del secolo". Usava quasi esclusivamente macchine formato 35mm, fin dalla sua prima macchina, la famosa Leica 1.
Prima di scattare aspettava il momento più intenso, una sua nota frase è infatti: “quando si giunge al momento decisivo per la fotografia, l’occhio ritaglia il soggetto e alla macchina non resta che fare il suo lavoro, cioè imprimere sulla pellicola la decisione dell’occhio”.

 

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Henri Cartier-Bresson

Il pioniere del fotogiornalismo 

Controcorrente invece rispetto alla immagine della fotografia oramai come strumento del reporting è da riportare Alfred Stieglitz, americano di origini tedesche (1864-1946), che invece ricolloca la fotografia nell’arte negandolo come mero mezzo tecnico; suoi sono veri capolavori della fotografia, ad esempio il tram a cavalli scattata già nel 1893. Insieme a F.Holland Day, ha creato il Photo-Secession, il primo movimento fotografia d'arte il cui compito principale era quello di dimostrare che la fotografia non era solo il soggetto della foto, ma anche la manipolazione del fotografo che ha portato lo stesso ad interessarsi del soggetto ed a ritrarlo interiorizzandolo.

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Alfred Stieglitz - Rebecca Salsbury Strand (1922)

Anche lo stesso Henri Cartier-Bresson viene affascinato dal movimento di Stieglitz ed unendo la sua esperienza nel reportage crea una nuova forma di arte chiamato “street photography”, che aveva l’accezione di intercettare le forme artistiche nella routine quotidiana e nell’ambiente comune della strada.

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Henri Cartier-Bresson

Italy (1933) 

E’ del 1936 la prima macchina reflex monobiettivo, la Kine, presentata dalla Ihagee Kamerawerk di Dresda (Germania), anche se il primato è conteso dalla sovietica спорт (Sport) della Gomz di Leningrado, che era una reflex monobiettivo con mirino a pozzetto. Jaeger LeCoultre (Azienda Svizzera di orologi) nel 1938 produce la Compass, la più tecnologica fotocamera 24x36 mai prodotta fino a quel momento.

Anche in Italia venivano prodotte ottime fotocamere da aziende quali Bencini, Ducati e San Giorgio.

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Kine Exacta (1936) Jaeger-Lecoutre Compass (1938)

  

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Time n.5 - Jimmie Foxx (1929) 

Negli Stati Uniti si diffonde in questo periodo un nuovo modo di presentare le notizie, che fonde il concetto del fotoreporting a quello della fotografia artistica: i settimanali illustrati, con riviste del calibro del TIME, Life e Fortune.

Questa nuova ed epocale trasformazione catalizzata dalla fotografia si diffonde in tutto il mondo, come in Italia con Omnibus, un settimanale di Attualità politica e letteraria, fondato nel 1937 ed edito da Rizzoli e Arnoldo Mondadori Editore e vissuto fino all’inizio della Seconda guerra Mondiale, precisamente nel 1939.

 

 

 

 

 

 

 

A cavallo delle due Guerre in Giappone nascono anche due altri grandi firme della tecnologia fotografica, come la Minolta (nel 1928) e la Canon (nel 1935) che presentò con il suo creatore Tashima Kazuo nel 1934 la Hansa Kwanon, un prototipo di fotocamera a telemetro 35mm che adottava un obiettivo della Nikon. 

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Hansa Kwanon (1934)